Filarmonica Mousiké
wind and percussion orchestra

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Musica nel Cuore

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La Musica nel Cuore

“L’uomo che non ha musica nel cuore
ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine;
i moti del suo animo sono spenti
come la notte, e i suoi appetiti
sono tenebrosi come Erebo:
non fidarti di lui. Ascolta la musica”

(William Shakespeare, Il Mercante di Venezia)

I Brani

 

  • voce recitante: Massimo Perrone

 

Sergej Prokof’evVoltaire giudicava Shakespeare un “barbaro” autore di “produzioni da fiera paesana”: si capisce il giudizio se il riferimento sono i Classici francesi Corneille e Racine. È pure comprensibile, all’opposto, l’entusiasmo dei Romantici, che vedevano nella commistione di elementi comici (se non volgari) e tragici, nella compresenza del realismo minuto, di psicologie estreme e delle più sfrenate “fantasie” non solo una drammaturgia cui appassionarsi, ma anche il punto di partenza per il nuovo teatro “nazionale” (e quindi “popolare”). Nel goethiano "Wilhelm Meister", Shakespeare è in un certo senso uno dei personaggi principali: si discute sulle sue opere e si prova a mettere in scena Amleto.

Giuseppe VerdiNel teatro di Shakespeare, Frate Lorenzo e i vicoli della città sono importanti come Romeo e Giulietta; le “ciacole” di Emilia e Desdemona, come gli intrighi politici e passionali orditi intorno al Moro; Rosencrantz e Guildernstern o la recita, come la famiglia reale danese; le streghe e la foresta, come l’ossessione omicida di Macbeth e della Lady … . Dopo 400 anni, ci si incontra con Shakespeare ancora come con un proprio contemporaneo: ci si potrà capire o fraintendere, ma l’incontro non sarà mai banale. Come aveva scritto nel Sonetto n. 55, “Non i marmi, né i dorati monumenti dei Principi, più a lungo vivranno di questi possenti versi”.

“Un luogo aperto. Tuoni e lampi. Entrano tre Streghe”; una inizia “Quando c’incontreremo ancora noi tre, nel tuono, nel vento, o nella pioggia?” Tutte concludono: “È brutto il bello, è bello il brutto, libriamoci per la nebbia e l’aer corrotto”. Così comincia, in una Scozia perduta nei tempi, il Macbeth (1606) di Shakespeare; così inizia, alla Pergola di Firenze (14 marzo 1847) il Preludio dell’opera verdiana. Verdi non si limita a illustrare Shakespeare, ma vuole farlo “suo”, ed è così che la Lady diviene il vero motore della storia.

Leonard Bernstein“Nella bella Verona, per antica ruggine scoppia fra due famiglie di pari nobiltà una nuova rissa, nella quale il sangue civile macchia le mani dei cittadini”: così inizia Romeo e Giulietta (1595), la tragedia che Shakespeare desume da Matteo Bandello e da cui nasce il mito moderno forse più prolifico, come testimoniano le opere di Zingarelli, Bellini, Vaccai, Gounod ... , le musiche di Berlioz e Čajkovskij, il balletto di Prokof’ev, il musical di Bernstein e, nell’ambito del pop, i film, le “parodie” fumettistiche, la ballad dei Dire Straits con un Romeo “pazzo d’amore” … . Forse c’è voluto qualche tempo per capire che non si tratta di una storia d’amore qualsiasi, ma della vicenda esemplare del passaggio all’età adulta, con la perdita non solo dell’innocenza, ma della vita, inserita in un contesto urbano: le torri di pietra e le strade tortuose di un’immaginaria città storica d’Italia, oppure i canyon fra i grattacieli di una metropoli globalizzata, dove non sappiamo nemmeno chi “abbia ragione” tra le bande in lotta. E “futuristiche” (o meglio, “costruttiviste”) sono le musiche del balletto di Sergej Prokof’ev (1936, ci vorranno decenni prima di una “fruizione pubblicitaria” della sua modernità!); così come del tutto originale è nel 1957 Leonard Bernstein, nel calibratissimo equilibrio tra espressività, varietà ritmica e raffinatezza di scrittura.

Dmitrij ŠostakovičAll’epoca della prima rappresentazione (1601), la Tragica storia di Amleto, principe di Danimarca, era già apparsa in latino (nel XIII secolo) e in francese (Belleforest, "Histores tragiques", 1576); con Shakespeare il “marcio in Danimarca” non si limita a una constatazione politica, ma “infetta” come una nebbia la capacità di confrontarsi col reale da parte dei protagonisti, che vivono recitando e … recitano i fatti veri. Quando, il 19 maggio 1932, il regista teatrale Nikolai Akimov mette in scena Amleto a Mosca lo presenta come una satira dell’assurdo: il protagonista è grasso (l’idea era già stata di Goethe …), Ofelia una sgualdrina, Claudio attraente quanto debole. Le musiche sono di Dmitrij Šostakovič, una riuscitissima serie di brani che mescolano pomposità e ridicolaggine, echi di cabaret e sorprendente e sincero pathos. Le musiche confluiranno poi nel film che Grigori Kozintsev girerà nel 1964, una produzione sovietica e recitata in russo che però, con l’alta qualità degli attori e della fotografia, è un’ulteriore testimonianza dell’internazionalità di Shakespeare.

Alfred ReedLa trama di Otello, il moro di Venezia (1604) giunge a Shakespeare dagli "Ecatommiti" (1565), 113 novelle del ferrarese Giambattista Giraldi Cinzio. Alfred Reed ha affrontato Otello in un periodo particolarmente creativo, che comprende le sue prime due Suites e le "Danze armene, parte II". La partitura (prima esecuzione: Ithaca College Band, 12 ottobre 1977) è pensata non per “raccontare” la vicenda già musicata da Rossini e Verdi, ma per “illustrare” con scrittura accurata e ricca sia nei timbri che nei ritmi 5 momenti significativi: "Preludio" – Venezia, il trionfo militare; "Aubade" – Cipro, la musica sotto le finestre di Otello e Desdemona; "Otello e Desdemona" (“Lei mi ha amato per i pericoli che ho corso, e io l’ho amata perché lei ne ha sofferto”); "Entrata della Corte" (e Otello che colpisce Desdemona); "Epilogo" – La morte di Desdemona (“Ti ho baciata prima di ucciderti; non posso che morire in un tuo bacio”).

 

 


Disponibilità del progetto: da giugno 2016


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