Filarmonica Mousiké
wind and percussion orchestra

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Berg Heim

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Berg Heim

Una piccola montagna magica

Musiche di Gianluigi Trovesi intorno al romanzo di Thomas Mann “La montagna incantata”

arrangiamenti: Gianluigi Trovesi e Corrado Guarino

  • Gianluigi Trovesi (clarinetti e saxofoni)
  • Rudy Migliardi (trombone)
  • Marco Remondini (violoncello)
  • Stefano Bertoli (batteria)
     
  • Maria Tosca Finazzi (narratore)
  • Savino Acquaviva (direttore)
     
  • Orchestra Fiati Filarmonica Mousiké (organico ridotto a 20 strumentisti: 2 flauti, 3 clarinetti, clarinetto basso, oboe, corno inglese, fagotto, sax alto, sax tenore, sax baritono, 2 trombe, 2 corni, 2 tromboni, tuba, percussioni)

Come spesso accade per i titoli delle sue creazioni, anche per il concerto “Berg Heim”, Gianluigi Trovesi si è fatto inspirare da suggestioni linguistiche prima ancora che da riferimenti musicali. “La montagna incantata” (1924) di Thomas Mann, “Der Zauberberg”, è il romanzo intorno al quale Trovesi intreccia il suo lavoro, alludendo a misteriose sintonie tra le montagne svizzere intorno a Davos in cui si svolge il romanzo, e alle sue origini orobiche. Il titolo, tra fantasie etimologiche e topografiche, evoca Bergamo tra i monti, “Berg”, ma anche la propria casa segreta e misteriosa, come suggerisce il doppio significato dell’etimo tedesco “Heim”.

Stratificato e complesso, il concerto esplora e intreccia gli universi musicali più cari a Trovesi, dalle danze della tradizione popolare, alla musica rinascimentale e barocca, dalle tecniche improvvisative dell’avanguardia a nuove modulazioni su musiche verdiane e schubertiane.

Sulla grande orchestrazione dei temi del romanzo di Mann, sommamente musicale in sé, sia per la sua composizione, sia perché alla musica sono dedicate pagine memorabili, Trovesi ha selezionato alcuni dei passaggi più significativi creando una partitura musicale di grande suggestione, con brani che ricercano un’aderenza al testo narrativo e altri che, con ironia, se ne discostano volutamente.

L’ouverture Intrata di Giovanni Battista Buonamente (Mantova, 1595 ca. – Assisi, 1642) è un breve invito sontuoso per predisporsi all’ascolto del concerto e della storia di Hans Castorp che inizia in senso proprio con Fugacemente, un brano che gioca con la serie dodecafonica da un lato e dall’altro riproduce, ironicamente, con un avvio calmo e un andamento sempre più tensivo, lo spunto narrativo iniziale del romanzo: Hans Castorp lascia Amburgo con l’intenzione di trascorrere tre settimane col cugino Joachim, ospite del sanatorio Berghof a Davos. Il viaggio, quasi interamente in treno, da tranquillo si fa sempre più inquieto tra i tornanti aspri delle Alpi, mentre le tre settimane previste di un soggiorno “fugace” si dilatano in men che non si dica in sette anni. Non a caso Fugacemente, a dispetto del titolo, è invece il brano più lungo del concerto. Una piccola montagna magica interpreta con estrema dolcezza uno dei momenti culminanti del romanzo, il capitolo intitolato “Neve”, che nel romanzo segna una svolta decisiva, perché vede Hans, colto di sorpresa da una tormenta di neve, lottare per la vita. Trovesi coglie questo episodio nel suo significato più intimo, nel momento di una ritrovata pace interiore alla fine della drammatica tormenta. L’esperienza, che nel romanzo si svolge in una dimensione sospesa tra sogno e delirio, si trasforma in musica in un’innocua e poetica neve, un po’ agitata e tormentata solo perché capovolta dentro la piccola sfera di cristallo che la contiene.

Il brano che dà il titolo all’opera, Berg Heim, gioca sin dall’iniziale intervento del corno, con frasi di sette suoni, alludendo in tal modo al ruolo fondamentale che nel romanzo svolge la simbologia dei numeri, il sette in particolare. La dolce danza bergamasca si trasforma in una marcia militaresca dal tono scanzonato, in aperta e ironica contraddizione alla tonalità cupa con la quale il tema della guerra, della Grande Guerra, è invece presente esplicitamente o in sottofondo nel romanzo di Mann. La variazione su un altro passo di danza, la “follia”, è alla base di C’era una strega, c’era una fata, allusione agli aspetti magici ed esoterici di quel processo di strana iniziazione del protagonista durante il soggiorno nel sanatorio. Le interminabili e indimenticabili discussioni, dispute e controversie su tutti gli argomenti dello scibile umano, di cui sono artefici le due figure antagoniste del romanzo, Settembrini e Naphta, si trasformano, nell’invenzione creativa di Trovesi, in Frammenti locati, variazioni su alcuni frammenti del grande violinista e compositore Pietro Antonio Locatelli (Bergamo,1695 – Amsterdam, 1764). Da una citazione dell’aria della Traviata, “Ah, fors’è lui che l’anima”, prende l’avvio il settimo brano del concerto,lo struggente Profumo di Violetta, attraverso il quale si svolge il tema di Amore e Morte, il riconoscimento, da parte di Hans Castorp, del suo “talento per la malattia” e dell’inscindibile, ambigua unione tra la voluttà per il malsano e l’amore per la bella, e naturalmente malata, Madame Chauchat. Nelle due parti che compongono Bestiario i personaggi del Berghof si presentano in tutta la loro varia umanità e animalità, come se uscissero dalle pagine di un bestiario medievale, e si suddividono nei personaggi più dolci e delicati nella prima parte, e in quelli più volgari, appariscenti e invadenti nella seconda. Con E i suoi rami frusciavano come per dirmi… Trovesi compone un brano per quartetto jazz basato su un frammento del Lied di Franz Schubert “Der Lindenbaum”, contenuto nella raccolta “Winterreise” di Wilhelm Müller del 1823-24. È uno dei brani della tradizione liederistica tedesca più amati da Thomas Mann e il suo Hans Castorp lo canticchia, con il respiro strozzato, in preda a una forma di “eccitazione attonita e priva di pensieri” durante la marcia disperata nel fango che sta facendo con i suoi compagni d’armi. Con un ultimo, imprevisto cambio di scena, Trovesi conclude invece il suo Berg Heim, elaborando un frammento di Pietro Antonio Locatelli nella grande festa e nel gran ballo dell’ultimo brano del concerto, Non è l’ottava.

Maria Tosca Finazzi

Rassegna Stampa

Berg Heim

A magic little mountain

Music by Gianluigi Trovesi inspired by Thomas Mann’s novel “The Magic Mountain

arrangement: Gianluigi Trovesi and Corrado Guarino

As often happens with the titles of Gianluigi Trovesi’s creations, the concert “Berg Heim” was first and foremost inspired by language itself long before musical references. “Der Zauberberg” (1924) by Thomas Mann, “The Magic Mountain”, is the novel into which Trovesi weaves his own work, suggesting a mysterious harmony between the Swiss mountains around Davos, where the novel is set, and his own origins in the Alps around Bergamo. The title, “Berg”, between etymological and topological fantasy, not only evokes the city of Bergamo in its mountainous setting, but also the sense of belonging to a secret and mysterious home, as expressed by the double meaning of the old German word “Heim”.

Multi-layered and complex, the concert explores and brings together those musical worlds closest to Trovesi, from traditional folk dances, renaissance and baroque music, to avant-garde improvisations and new modulations on the melodies of Verdi and Schubert.

The themes of Mann’s novel lend themselves supremely to musical interpretation in terms of composition. In addition to the great orchestration of these themes, and also because several memorable pages of the novel are dedicated to music itself, Trovesi has chosen some of the most significant passages and created a haunting musical score, with pieces that adhere closely to the narrative text and others which, ironically, deliberately try to stand out.


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