Sergej Prokofiev, "Romeo e Giulietta"
Leonard Bernstein, "West Side Story"

L’occasione del 50° anniversario della morte del grande
compositore russo
Sergej Prokofiev è il pretesto per l’Orchestra Fiati Filarmonica
“Mousiké” di allestire il nuovo progetto per la stagione 2003. Pretesto
tra virgolette, poiché la nostra orchestra di fiati intende promuovere la
musica di un compositore avverso ai canoni stilistici del suo tempo in
perenne contrasto contro qualsiasi accademismo e fedele al suo istintivo
bisogno di opporsi al mondo tradizionale.
Della sua vastissima produzione strumentale abbiamo
scelto ciò che riteniamo il vertice raggiunto da Prokofiev nel genere
ballettistico:
“Romeo e Giulietta”, un caleidoscopio di virtuosismo espressivo di
straripante energia, un susseguirsi di ritmi selvaggi che un organico
quale il nostro è in grado di evidenziare al meglio. Come dimenticare, a
tal proposito, le marce – quella in sib maggiore su tutte – di estrazione
tipicamente bandistica?
Il progetto è però forte di un parallelismo con un altro
grande eclettico compositore statunitense del nostro secolo:
Leonard
Bernstein.

In
"West Side Story", Bernstein ripropone la tragedia
shakespeariana in chiave newyorkese: Capuleti e Montecchi – di veronese
memoria – vengono qui sostituiti dall'odio fra bande rivali (i Jetz e gli
Shark), che fa da sfondo al più intenso, meraviglioso e travagliato
sentimento umano.
Dal punto di vista formale, il compositore americano
dosa in modo impareggiabile la musica colta europea, il jazz della “Grande
Mela” e i ritmi centroamericani in un tourbillon di continui
capovolgimenti narrativi che ben rappresentano le schizofrenie
metropolitane, lasciando inalterato, nei contenuti, il dramma di
Shakespeare.
Nel suo capolavoro, ormai prossimo al mezzo secolo di
vita, è molto forte la componente drammatica. Al tempo stesso, al pari del
balletto di Prokofiev di epoca sovietica, non è privo di quegli elementi
di sensuale poesia che traspare sia dai protagonisti che dai molti temi
brevi, concisi, ma di grande pathos ed immediatezza espressiva (basti
ricordare il tema di “Somewhere”).

E’ quindi la "storia" il vero collante, il filo
conduttore, il leit-motiv del progetto. I fiati
bergamaschi intendono, con questo progetto promuovere due diversi
linguaggi musicali del secolo scorso, uniti però dalla comune vicenda
letteraria grazie all'apporto di una voce narrante (l'attrice Silvia
Barbieri), che offre al pubblico momenti d'intenso pathos e "guida"
l'ascoltatore nelle pieghe del dramma Shakesperiano.
Musiche da sogno, ma di intensa drammaticità, rivedute per orchestra di
fiati e percussioni dai più grandi arrangiatori del mondo in un cocktail
di intense emozioni e sicuro successo. Un’occasione unica per ascoltare
due capolavori del novecento, adatti sia per concerti "al chiuso" che
"all'aperto", eseguiti da una delle migliori orchestre di fiati italiane. |